Vent'anni che hanno cambiato il destino degli imballaggi in Italia


Vent’anni fa, e per la precisione il 5 febbraio 1997, il DLgs n. 22, conosciuto anche come Decreto Ronchi, disciplinava per la prima volta in modo organico la gestione delle varie tipologie di rifiuti in Italia prevedendo una serie di obblighi a carico dei soggetti interessati e in particolare di chi i rifiuti li produce.

Il decreto non rappresentava, in realtà, un provvedimento totalmente spontaneo ma era il recepimento di una serie di direttive europee sui rifiuti – da quelli domestici a quelli industriali, fino ai rifiuti classificati come pericolosi. Fu originale e all’avanguardia, invece, nei contenuti pratici. 

GLI EFFETTI PRATICI DELLA LEGGE

Nel 1997 la raccolta differenziata era quasi inesistente: si attestava intorno al 9% e la percentuale dei rifiuti urbani che finivano in discarica era di circa l’80%. Per i rifiuti industriali, poi, la situazione era ancora peggiore perché mancavano i siti per lo smaltimento.

Oggi, pur con tutti i limiti che alcune situazioni territoriali presentano, la raccolta differenziata nei vari centri urbani arriva in media al 47% mentre gli imballaggi industriali sono strettamente monitorati. Di più, sono diventati il motore di una nuova industria che si base sul riciclo e sul riuso dei materiali: la stessa industria di cui anche noi facciamo parte e che vi permette di acquistare fusti e cisternette industriali ricondizionate in piena sicurezza e beneficiando di un prezzo decisamente inferiore a quello del nuovo.

È un esempio di applicazione pratica della “circular economy”, quella parte importantissima della green economy che tratta, appunto, del riciclo e del riuso e che mira a risparmiare risorse materiali ed energetiche senza andare a scapito della qualità del prodotto finale.

È verso la circular economy che guardano oggi con favore crescente sia le istituzioni che le associazioni ambientalistiche: in questo il sistema disegnato con decreto Ronchi e le successive integrazioni e modifiche si è dimostrato decisamente all’avanguardia.

UN ITER LEGISLATIVO SINGOLARE

Non è confortante pensare che, nonostante la bontà del testo e l’importanza dell’argomento trattato, all’epoca il decreto legge fu reiterato ben 16 volte senza essere mai convertito in legge. Una situazione grave per due motivi principali:

  • Perché tradisce una colpevole noncuranza da parte del parlamento verso le tematiche ambientali. Il parlamento avrebbe avuto pieno diritto di modificare parti del decreto se in disaccordo, ma certamente aveva anche il dovere anche morale di portare avanti e completare l’iter legislativo su un argomento tanto delicato.
  • Perché, come ricordato, si trattava del recepimento di alcune direttive europee e l’Italia era quindi vincolata anche dal punto di vista del diritto internazionale.

La situazione divenne talmente grave che si ricorse all’intervento della Corte Costituzionale, che proprio in quell’occasione fissò il limite di 60 giorni per la conversione in legge dei decreti del governo.
Il Decreto Ronchi ha, insomma, cambiato anche il modo di legiferare in Italia.

I PROSSIMI SVILUPPI

Per i prossimi anni è lecito attendersi da parte del legislatore un’attenzione sempre maggiore proprio ai temi del riciclo e, per i rifiuti urbani, della raccolta differenziata.

In particolare, il modello già sperimentato per i rifiuti industriali, con il produttore del rifiuto che viene responsabilizzato nelle diverse fasi di gestione dello scarto di produzione, dovrebbe essere parzialmente esteso anche ad altri ambiti e altri tipi di prodotti: ad esempio, facendo già nascere obbligatoriamente i prodotti come riciclabili.

È difficile però dare informazioni più precise anche perché si sta lavorando molto, nel frattempo, nel campo dello studio e della ricerca. Le aspettative sono alte: quello che viene ricercato è un’efficienza crescente dei processi sia di recupero che di smaltimento dei rifiuti, altre allo studio di prodotti sempre più green.

PARLA EDO RONCHI: LINK ALL’INTERVISTA COMPLETA

Il firmatario del decreto Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente nel governo Prodi e oggi presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha approfondito questi temi nel corso di un’intervista rilasciata a Ivonne Carpinelli per la rivista specializzata Canale Energia.

Il presente articolo rappresenta un piccolo estratto dell’intervista che è consultabile nella sua interezza al seguente link: http://www.newtuscia.it/2017/01/31/un-bilancio-sui-ventanni-del-decreto-promosso-edo-ronchi-sulla-disciplina-della-gestione-dei-rifiuti-italia-intervista-canale-energia/